Scala Italy 2015
La conferenza italiana su Scala: intervista agli organizzatori
Venerdì 8 maggio 2015 torna Scala Italy, la conferenza Italiana dedicata a Scala, Akka e a tutto il mondo Typesafe. Il ritorno è in grande stile: sarà l’inventore di Scala, Martin Odersky a tenere il keynote iniziale! Per chi non lo sapesse, oltre ad aver inventato Scala, Odersky ha lavorato per anni sui compilatori Java, suo è, ad esempio, il lavoro sui generics. C’è un’altra cosa che distingue questa edizione dell’evento: i 150 biglietti a disposizione si sono esauriti nel primo giorno di iscrizione e la lista d’attesa ne ha subito contati quasi la metà; segno che l’interesse attorno a questo ecosistema sta aumentando giorno per giorno.
Abbiamo quindi il piacere di intervistare e che sono in prima linea nell’organizzazione di questo evento, benvenuti su CNJ.
La prima domanda sicuramente da porvi è questa, come avete fatto ad avere Martin Odersky al keynote?
Roberto: Dopo aver avuto l’ok per la partecipazione di Mirco Dotta, siamo riusciti ad ottenere anche il via libera per la presenza di una seconda persona di Typesafe grazie all’aiuto di DATABIZ, loro partner italiano. Ti lascio immaginare il nostro stupore quando abbiamo scoperto che si stava realmente parlando di Martin.
Ci potete raccontare che taglio avete voluto dare a questa conferenza? Quali obiettivi vi siete posti?
Marco: Siamo partiti con un’idea sola: radunare la comunità italiana che gira attorno a Scala. Non eravamo neppure sicuri inizialmente della grandezza di una tale comunità (o che esistesse davvero). Quello che è successo dopo ci ha dato ragione: più di 20 proposte di talk specifici e in più un po’ di gente che a voce ci ha detto “io potrei parlare di….”
Roberto: Uno dei nostri obiettivi è sempre stato quello di dare risalto anche alla comunità italiana di Scala, nonostante la presenza di speaker di livello internazionale. Abbiamo ricevuto tante ottime proposte e la selezione è stata impegnativa.
Siamo nel 2015, possiamo dire che Scala ormai è pronto a diventare mainstream nel mondo? Proprio questo mese l’indice Tiobe riporta che Scala ha fatto un salto inaspettato dalle retrovie fino al 25simo posto.
Marco: Typesafe ti saprebbe rispondere meglio di me. Da quello che vedo io c’è un grosso movimento verso e attorno al linguaggio. Il che sta facendo velocemente crescere la comunità.
Roberto: Credo che Spark stia favorevolmente contribuendo alla diffusione di Scala. Per gli early adopter è un momento di grande soddisfazione personale e professionale.
In Italia invece cosa succede?
Marco:Come detto prima, siamo stati stupiti dall’interesse verso il nostro evento. Da Bari a Treviso pare esistere un bel po’ di gente che usa Scala per varie cose. A Milano è da poco nato il meetup (casualmente negli stessi giorni in cui Scala Italy muoveva i primi passi).
Roberto: In Italia le cose si stanno muovendo rapidamente soprattutto grazie all’adozione del linguaggio da parte di grossi player come UniCredit.
Cogliamo allora questa occasione per indicare ai lettori i riferimenti alle community esistenti, chi si occupa di Scala oggi in Italia?
Roberto: Attualmente esiste una mailing list nazionale, lo Scala User Group IT, che però è un po’ in disuso. I canali più utilizzati sono infatti Google+ e Twitter. Inoltre da inizio anno a Milano ogni mese ci si ritrova per un meetup dedicato totalmente a Scala e stando al numero di partecipanti il riscontro è ottimo.
Abbiamo quindi un trend in crescita, sia a livello mondiale che nazionale, a questo punto anche Scala Italy diventerà più grande, come ve la immaginate nei prossimi anni?
Roberto: L’idea è quella di far crescere Scala Italy fino a farla diventare una delle conferenze di riferimento su Scala nel panorama europeo. Ovviamente vorremmo che venga sempre gestita dalla comunità. Ma prima di parlare dei prossimi anni ci conviene concentrarci su questa edizione!
Parliamo adesso invece a chi è incuriosito da Scala e usa Java o altri linguaggi, cosa consigliate a chi voglia iniziare a programmare con questo linguaggio?
Marco: Io vedo molta gente che inizia pensando che sia “solo” un Java un po’ diverso. Secondo me questa cosa ti mette certe volte sulla strada sbagliata. Io consiglio prima di tutto di provare a scrivere un po’ di codice usando la REPL. Giusto per familiarizzare con la sintassi. Dopo magari fare dei piccoli proof-of-concept. Cercare di realizzare parte della logica di un applicativo che si sta scrivendo usando Scala. Magari una parte piccola… mi vengono in mente i soliti piccoli programmini per caricare i dati su un DB o per ripulire un file CSV. Si può poi giocare un po’ con Play Framework, che trovo sempre molto semplice e abbastanza potente, per fare, non so, una webapp o delle API RESTful.
Roberto: Consiglio caldamente il corso di Odersky su Coursera, è divertente e ben strutturato. Invece per introdurre in azienda in linguaggio si può provare in maniera graduale partendo dall’implementazione di piccoli moduli o dalla scrittura dei test tramite ScalaTest o Specs2 (in quest’ultimo caso ovviamente se si sta lavorando su un’applicazione Java).
Avrete sicuramente letto diversi libri su Scala e ultimamente ne stanno uscendo diversi, un titolo da consigliare al neofita e uno a chi programma già da un po’
Marco: Ad un neofita direi sicuramente di iniziare da di Odersky ma senza farsi spaventare dalla mole! A qualcuno un po’ più esperto direi che non può non leggere di Chiusano-Bjarnason.
Roberto: Concordo con quanto suggerito da Marco e aggiungerei anche Atomic Scala che sicuramente è un libro molto adatto per i neofiti della programmazione in generale e non solo di Scala.
Tra libri, conferenze e blog in effetti c’è parecchio materiale su Scala, vi è capitato mai di leggere qualcosa di curioso o particolare a riguardo?
Roberto: Devo ammettere che quest’anno mi sono quasi fatto fregare dai pesci di aprile del mondo Scala, qualcuno sembrava troppo ben strutturato per essere una bufala.
Marco: Sicuramente questo articolo che illustra come Scala sia usato nell’industria aerospaziale… chi l’avrebbe mai detto?
Per finire un’ultima domanda: ci sono centinaia di progetti su GitHub fatti in Scala. Quello che personalmente mi incuriosisce di più è Scala.js, un compilatore da Scala a Javascript, i vostri quali sono?
Roberto: ci sono talmente tanti progetti che non è facile riuscire a dare una risposta, ma sicuramente le varie estensioni di Akka (come ad es. i plugin per i db del modulo persistence) hanno suscitato il mio interesse.
Marco: ultimamente ho scoperto una cosa molto carina e semi-ufficiale che è pickling e poi una nuova idea di computazione distribuita molto interessante che si chiama spores.
Grazie quindi a Marco e Roberto per l’intervista e tutti quelli che stanno contribuendo all’organizzazione di questo evento, ci vediamo allo Scala Italy!