L’altro giorno tornando a casa trovo accanto alla porta un avviso di un pacco non recapitato proveniente dagli Stati Uniti. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: “maledetti autovelox, ci sono anche là!” visto che ad Agosto ho fatto un giro nella West Coast percorrendo 4000km in macchina! Il giorno dopo mi portano il pacco e vedo subito che è un po’ troppo grande per contenere una multa. Lo apro e c’è la sorpresa: una bella accusa di violazione di alcuni brevetti da parte di Lodsys per la mia applicazione Folder Organizer lite.
Dentro il pacco ci sono un bel po’ di fogli, nel primo mi dicono che sto usando alcuni dei loro “software patents” e che possiamo trovare un accordo per una licenza di utilizzo. Ok, quindi non mi vogliono arrestare ma vogliono solo un po’ di soldi!
Andando avanti con i fogli contenuti nel pacco finalmente capisco quale è il “brevetto” che ho infranto:
In pratica hanno brevettato il poter mostrare un avviso all’interno di una applicazione in cui si pubblicizza un upgrade dell’applicazione. Nel mio caso il dialog contiene un link alla versione full nel market ma anche tutti i software che usano l’in-app purchase violano questo brevetto. Ma come è possibile brevettare una cosa del genere? Che senso ha tutto ciò? Misteri della legge degli Stati Uniti…
Cercando un po’ su Google e su Wikipedia ho visto che ovviamente non sono l’unico che ha ricevuto questa bella letterina a casa, sono in buona compagnia visto che l’hanno ricevuta anche Rovio per Angry birds e Electronic Arts per The Sims 3 (scusate il titolo del post ma non ho resistito! :)). Probabilmente loro faranno una causa affidandosi ai migliori avvocati, io per adesso tolgo questo dialog da Folder Organizer lite! 🙁
La questione è comunque molto complicata, sia Apple che Google hanno comprato la licenza da Lodsys per poter introdurre nei propri market l’in-app purchase. Infatti le denunce di Lodsys sono rivolte direttamente agli sviluppatori appellandosi al fatto che anche i singoli sviluppatori delle applicazioni dovrebbero comprare le licenze. Per fortuna sia Apple che Google si sono cercando di dimostrare che la licenza che hanno pagato è valida anche per gli sviluppatori che usano l’in-app purchase. Vedremo come andrà a finire, per adesso è un peccato non poter usare l’in-app purchase nelle proprie applicazioni.
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